Il Sidereus Nuncius (in italiano Annunciatore celeste) è il trattato di astronomia con cui Galileo Galilei illustrò le scoperte effettuate grazie all'impiego del cannocchiale.
Prima di tutto identificò la superficie lunare, fino ad allora ritenuta liscia, come coperta da rugosità (montagne e crateri) e capì il movimento relativo tra la Luna stessa e la Terra; riguardo alla Via Lattea, la descrisse come un enorme ammasso di stelle e corpi celesti.
Infine, osservando Giove, scoprì i quattro "pianeti medicei", cioè i satelliti maggiori del pianeta (Io, Europa, Ganimede e Callisto); paragonando tali satelliti alla Luna fu in grado di stabilire che Giove era un pianeta simile alla Terra, fornendo un solido argomento in teoria della teoria eliocentrica di Copernico.
Il trattato rese Galileo famoso in tutto il mondo (in Cina fu conosciuto come Chia-Li-Lueh) e gli permise di entrare a far parte dell'Accademia dei Lincei.
Nel 1616 il Sant'Uffizio proibì però l'insegnamento della teoria eliocentrica e nel 1633 Galileo fu condannato all'abiura.
La censura alle sue opere venne rimossa solo nel 1757, quando la Chiesa riconobbe come vera la dottrina di Copernico.
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Illustrazione della Luna tratta dal Sidereus Nuncius |
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