Dopo i contrasti dei secoli precedenti tra la Repubblica di Genova e la repubblica marinara di Pisa, i pisani pensarono di aver trovato l'occasione per chiudere i conti, quando parte della flotta genovese si trovò ormeggiata a Porto Torres, in Sardegna, territorio conteso tra le due repubbliche.
Il piano era di colpire i genovesi approfittando della netta superiorità, ma il sopraggiungere della restante parte della flotta di Genova, costrinse i pisani a ripiegare verso Porto Pisano, l'antico porto della città toscana.
Il 6 agosto, giorno di San Sisto, patrono di Pisa, da allora mai più festeggiato, la flotta genovese salpò verso Porto Pisano.
La battaglia si risolse dopo ore in uno sfacelo per i pisani, soprattutto in seguito all'arrivo di un contingente di rinforzo genovese, per alcuni storici rimasto fino a quel momento nascosto dietro l'isolotto della Meloria.
Lo scontro segnò così l'inizio del lento declino di Pisa come potenza marinara.
Tra i comandanti pisani era presente anche Ugolino della Gherardesca, il celebre conte Ugolino descritto da Dante nel canto XXXIII dell'Inferno, le cui venti galee furono le uniche a salvarsi dell'intera flotta di Pisa.
La torre della Meloria |