Nel pomeriggio del 10 giugno 1924, sul lungotevere Arnaldo da Brescia, un gruppo di squadristi collaboratori del ministero degli Interni, aggredisce e sequestra Giacomo Matteotti, leader dei socialisti riformisti.
Il corpo senza vita di Matteotti fu ritrovato solo il 16 agosto.
Pochi giorni prima del rapimento, il 30 maggio, Matteotti, in un discorso alla Camera dei deputati, aveva denunciato i brogli e le violenze compiuti dai fascisti durante le elezioni dell'aprile precedente.
Alla base dell'azione ci fu anche la preoccupazione che lo stesso Matteotti potesse smascherare un caso di corruzione a favore della compagnia petrolifera americana Sinclair, che avrebbe visto coinvolto Mussolini e, forse, anche alcuni membri della famiglia reale.
In risposta al rapimento, le opposizioni decisero di astenersi dai lavori parlamentari finché il re non avesse ripristinato la legalità costringendo Mussolini alle dimissioni (secessione dell'Aventino, dal nome della sala in cui i parlamentari si riunirono).
La situazione di impasse si concluse il 3 gennaio 1925, con un discorso di Mussolini alla Camera, in cui il duce si assumeva tutte le responsabilità politiche.
L'ultimo discorso alla Camera di Matteotti (interpretato da Franco Nero), tratto dal film "Il delitto Matteotti" (1973)
Nessun commento:
Posta un commento