A partire dal 450, dopo aver riunito in un unico impero diverse popolazioni barbariche, Attila si era rivolto contro l'impero romano d'Occidente, fino alla sconfitta nella battaglia dei Campi Catalaunici, nel 451, ad opera del generale Flavio Ezio.
Dopo la battaglia, Attila fu comunque in grado di ritirarsi al di là del fiume Reno, per poi invadere l'Italia l'anno successivo.
Prese e saccheggiò Aquileia, i cui abitanti si rifugiarono nella laguna, dove avrebbero fondato Venezia.
Attila devastò la Pianura Padana, avanzando fino a Milano.
Si fermò solo dopo aver incontrato, sul Mincio, un'ambasceria di cui faceva parte papa Leone.
Varie sono le interpretazioni della ritirata di Attila: la fame e le malattie, i timori di un attacco da parte dell'imperatore d'Oriente Marciano, un ingente tributo in oro portato dall'ambasceria.
L'anno seguente (453) Attila morì e la sua costruzione imperiale si dissolse.
L'incontro tra Attila e papa Leone Magno ritratto da Raffaello |
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