Il 2 luglio 1839 56 schiavi mendi, originari della Sierra Leone, si impadronirono della nave spagnola Amistad, che li stava trasportando da L'Avana a Puerto Principe (Cuba).
Gli schiavi ordinarono agli spagnoli di riportarli in Africa, ma a loro insaputa l'imbarcazione fu fatta navigare lungo le coste americane; al largo di Long Island furono abbordati dalla nave statunitense USS Washington e gli africani catturati e portati a New Haven, nel Connecticut.
Dopo un primo processo gli schiavi furono riconosciuti colpevoli di ammutinamento; nacque però un movimento di dissenso al verdetto, che permise di dimostrare l'illegalità della cattura dei mendi, ai quali una seconda sentenza conferì lo status di uomini liberi.
Il presidente americano Van Buren, desideroso di non inimicarsi gli stati schiavisti del sud, sostenne l'appello contro la sentenza; la Corte Suprema dichiarò infine lo stato di libertà degli imputati.
Gli ormai ex schiavi fecero ritorno in Sierra Leone nel gennaio del 1842, ma non riuscirono a ritrovare le loro famiglie, probabilmente portate via da altri commercianti di schiavi.
Un'immagine dal film Amistad (1997), diretto da Steven Spielberg, che ripercorre la vicenda giudiziaria dell'ammutinamento |
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