Il re d'Italia di trovava a Monza per presenziare alla chiusura del concorso ginnico organizzato dalla società sportiva Forti e Liberi.
Dopo aver cenato, il sovrano si avviò verso il padiglione attraverso una folla festante, una folla nella quale si trovava anche Gaetano Bresci, armato di revolver.
L'azione di Bresci fu favorita dal fatto che, contrariamente al solito, Umberto I non indossava una cotta di maglia protettiva sotto la camicia, a causa del gran caldo.
Mentre la banda intonava la Marcia Reale, Bresci sparò tre colpi in successione, colpendo il re alla spalla, al polmone e al cuore.
I carabinieri arrestarono subito l'attentatore, sottraendolo al linciaggio della folla, ma per Umberto I non c'era più niente da fare: il 9 agosto venne celebrato il suo funerale e la salma tumulata nel Pantheon.
Gaetano Bresci fu condannato all'ergastolo, ma il 22 maggio 1901 venne trovato impiccato ad un'inferriata mediante un asciugamano, in circostanze che tuttavia suscitarono perplessità.
L'attentato in una raffigurazione dell'epoca |
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